venerdì 13 febbraio 2015

“La polemica”?


La legge elettorale sulla quale si discute in Parlamento impone alla classe politica una riflessione sul suo ruolo di rappresentanza dell’elettorato, soprattutto in un momento storico che pare dare un peso decisivo ai modelli di comunicazione tra eletti ed elettori. Mi riservo di affrontare più estesamente la questione, ma qui vorrei prendere spunto da una colonnina che Il Mattino di giovedì 12 febbraio ha dedicato all’iniziativa di cui mi sono fatta promotrice negli ultimi mesi per mettere in risalto che è rubricata come “polemica”. Così, da un lato, ringrazio il quotidiano cittadino che anche stavolta, come è spesso già accaduto in passato, ha voluto dare attenzione alla mia iniziativa, ma, dall’altro, devo lamentare che non se ne sia colto il significato.
Definirla “polemica”, infatti, la svilisce a diverbio, a controversia che ha per oggetto un contendere per contendere. Non è così, naturalmente. La decisione di chiamare in causa il Sindaco Luigi de Magistris nella richiesta di adire alla documentazione relativa alla gestione dei fondi destinati al Forum Internazionale delle Culture, da me più volte vanamente avanzata al Commissario della Fondazione Forum Daniele Pitteri, è un passaggio che non ha nulla della “polemica”: intende portare la questione ad un livello più alto, perché non poter saper nulla di come sia stato speso del denaro pubblico, a fronte del patente fallimento di un evento che per Napoli avrebbe dovuto essere un’occasione da non perdere, la solleva a faccenda di rilievo istituzionale.
Nulla di “polemico”: nel rispetto del mandato che mi è stato affidato, mi faccio interprete dei napoletani che mi hanno votato, ma anche di quelli che non mi hanno votato. Questo è il modo in cui penso vada interpretato.   

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