mercoledì 30 settembre 2015

Il Forum Universale delle Culture tenuto a Napoli nel 2014 è servito almeno ad una cosa: illustrare a chi voglia ospitarlo per le successive edizioni tutto ciò che non va fatto, e che invece a Napoli è stato fatto. Per aver seguito da vicino, tappa dopo tappa, tutto ciò che ha preceduto e accompagnato l'evento, non mi è difficile stilare l'elenco: mi basta far la sintesi di tutto ciò che in questi anni ho detto e scritto in veste di presidente della Commissione Cultura e Turismo del Comune di Napoli, che anche riguardo al Forum non ha potuto svolgere altra funzione che quella assegnatogli dalla sua natura di organo esclusivamente consultivo.
Che Napoli dovesse ospitare il Forum era già noto da tempo, da prima che la Giunta presieduta da De Magistris si insediasse a Palazzo San Giacomo. Che per un evento del genere si dovesse cominciare a lavorare da subito era perfino ovvio. Che il modo migliore per sprecare tempo fosse quello di logorarci nella discussione sulla governance, arrivando impreparati, con ciò sprecando una straordinaria occasione di rilancio per la Città, non era difficile prevederlo. Che poi occorresse evitare che il Forum si traducesse in una serie disarticolata di manifestazioni, e che anzi dovesse farsi interprete del meglio di quanto è vivo a Napoli, per dar vita a iniziative che dall'evento traessero forza per costruire un solido e duraturo tessuto di attività, non era certo un'idea temeraria.
Bene, tutto è andato come peggio non poteva andare. Sprecando un'occasione irripetibile, innanzi tutto. E poi lasciando una semina di sospetti riguardo a quanti, a vario titolo, hanno messo le mani in pasta, che, seppur dovessero cadere all'analisi delle responsabilità di ciascuno, non riusciranno ad assolvere alcuno sul piano politico. Nulla ha funzionato come avrebbe dovuto: né le istituzioni, né la burocrazia, né quella macchina che si è rivelata assai al di sotto delle millantate virtù di «industria creativa». E il peggio è stato offerto dopo, a Forum ormai chiuso: rimane in piedi il carrozzone della Fondazione che ha gestito l'evento e che ora, lungi dal procedere al suo scioglimento, ci fa attendere ancora la pubblica rendicontazione del come abbia speso un portafoglio di oltre 10 milioni di euro per un pugno di spettacoli e manifestazioni varie che hanno avuto un pubblico inferiore a mezzo milione di persone. Alle pressanti e reiterate richieste da parte della Commissione da me presieduta, solo risposte vaghe ed evasive.

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